mercoledì 7 novembre 2012

Bersani: “solidarietà e concretezza”

Bersani: “solidarietà e concretezza”. Una serata al Sermig di Torino per dare credibilità alla politica.
-Vito D'Ambrosio- 6 novembre 2012- “Sostengo che le foglie nuove hanno bisogno delle radici”. Così Bersani sintetizza e conclude il suo intervento all’ Arsenale della Pace a Torino. Sono passate da un po’ le undici di lunedì sera quando la bersaniana metafora si spiega così: le radici, cui allude il segretario del Partito Democratico, sono quelle della “della solidarietà” senza la quale non si va da nessuna parte.
L’appuntamento all’arsenale del Sermig è ultimo di un lungo lunedì di incontri. “È stata una formazione profonda per vedere dove sono i problemi”. Casale Monferrato con la sua lunga e dolorosa battaglia per avere giustizia sulla vicenda Eternit. E Alessandria in quasi ‘bancarotta’ che, dice Bersani, è “il paradigma di un tema nazionale: come mandare a rischio una nazione o un comune”. E ancora: i diritti affrontati alla ‘Fabbrica delle E’ del Gruppo Abele attraverso l’ iniziativa della Fondazione “Benvenuti in Italia” insieme a Ignazio Marino dove, dice Bersani, “ha incontrato energie di giovani e persone disponibili all’impegno”.
Per parte sua l’impegno che si è dato è di rimettere “in moto la fiducia nella politica”. La sua parola magica è concretezza. “Abbiamo fatto bene a fare le primarie, esordisce Bersani, e farle aperte. Vogliamo dare l’idea di una politica che ha in testa l’Italia, il Partito Democratico e le persone”: Di questo vuole occuparsi il segretario democratico partendo anche dall’uso dei termini: concorrenti e non avversari”.
Lavoro, sviluppo e risposte per combattere la crisi. Questi i temi scelti. Questa la linea di confronto tra Pier Luigi Bersani e i segretari regionali della Cgil, Alberto Tomasso, della Cisl, Giovanna Ventura, Uil Gianni Cortese e il rappresentate del Comitato Esodati di Torino, Luigi Costanzo. Per tutti la richiesta è di mettere in campo risorse e politiche adeguate. Compiere scelte che mettano il lavoro in condizione di “ripartire” attraverso “politiche creditizie adeguate”. Sugli esodati, infine, Costanzo chiede impegni precisi per sanare questa ferita sociale perché “La logica prevalente è solo quella economica. Non è vero che si stanno salvaguardando gli esodati: non ci sono norme che vanno in questa direzione”. Luigi Costanzo chiede al segretario del PD, concrete risposte affinché si risponda al problema con “diritti e non con sussidi”.

Bersani non da risposte concrete perché “non facciamo miracoli”. Parla piuttosto di criteri. Di metodo. Dice che sa bene che il Governo Monti ha delle criticità. Per gli esodati occorre definire dei criteri e “Creare un fondo che via via risolva questa situazione”. Un riordino della amministrazioni pubbliche è auspicabile: “adesso è tutto un pasticcio”. E sulla scuola vale lo stesso pensiero: “dobbiamo fermarci a pensare”. Secondo Bersani “è proprio adesso che abbiamo bisogno di una scuola ben organizzata” pensando al futuro. Al netto delle criticità di questo Governo “Va preservato il tratto di autorevolezza aumentando equità e giustizia”.

Bersani invita guardare il 2013. È il suo cruccio. “sarà un anno difficile e qui a Torino e nel Piemonte è ancora più evidente”. I dati economici stanno a dirlo e le incertezze sul destino dell’industria automobilistica amplificano questa realtà futura. Per l’Italia il quadro è fosco. “Abbiamo perso 20 punti di produzione industriale. L’edilizia è in crisi e il commercio pure. Qualche spiraglio lo vediamo in agricoltura. È il momento di parlare di lavoro. Quello concreto: del lavoratore e di chi investe per dare lavoro. Il lavoro è per noi l’interlocutore numero uno”. Quindi elenca alcune strade da percorrere: politiche fiscali per le imprese che investono, cuneo fiscale a vantaggio del lavoratore. In tema di politiche industriali sollecita la politica a sviluppare “un approfondimento serio sull’auto e su tutto il resto”.

Infine il tema elettorale. Occorre combattere le spinte populiste e demagogiche che Bersani vede nel Movimento Cinque Stelle ma non solo. Del Movimento di Grillo dice che “è nato su domande che interrogano anche noi: sobrietà, ambiente, rete” ma, aggiunge il segretario del PD, “su questo si è montata una rabbia generica”. Avverte che “non basta la protesta serve anche un governo di cambiamento”.

E infine per sottolineare il senso della proposta Democratica e del Centro sinistra formato da SEL e socialisti, Bersani afferma che “chiede il voto per una alternativa al sistema che ci ha guidato in questi venti anni”. Di più. Proprio per segnalare la necessità di uscire dai personalismi afferma: “Io non chiedo di piacervi ma di essere creduto perché vi dico le cose come sono: basta effetti speciali”.

Forse, questa sera almeno nel Centro Sinistra, è tramontata l’era di ‘I care’, del faccione di Francesco Rutelli sui manifesti elettorali e della politica personalizzata. Forse è finita la stagione di veri o presunti leader che hanno confuso il ruolo di rappresentante dei propri elettori con quello del padrone della nave. Magari adesso si può iniziare a parlare di politica e del futuro di questo Paese. Se così sarà questa sera Bersani ha fatto ‘Un piccolo discorso ma un grande passo in avanti per l’Italia’ diversamente sarà un bel problema per tutti.

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