mercoledì 27 marzo 2013

Ripristinare miglioramenti ingiustificatamente cancellati

Esodati: decreto Fornero?
Con Marialuisa Gnecchi dico: ripristinare miglioramenti ingiustificatamente cancellati

Nella legge di stabilità avevamo ottenuto che i prosecutori volontari fossero salvaguardati anche se, dopo l’autorizzazione ai versamenti volontari dei contributi, avessero continuato a lavorare.
Era stato fissato un limite: queste persone non dovevano aver guadagnato più di 7.500 euro su base annua dopo il 4 dicembre del 2011 o aver trovato un lavoro a tempo indeterminato. Nel decreto attuativo del governo, ora all’esame delle commissioni speciali di Camera e Senato, questa possibilità viene cancellata: vengono esclusi tutti i prosecutori volontari che abbiano lavorato dopo l’autorizzazione. Secondo il ministero del Lavoro, anche chi ha avuto l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria 10 o 15 anni fa, per essere salvaguardato, non dovrebbe aver mai lavorato, salvo che nel periodo successivo al 4 dicembre 2011 e con il limite dei 7.500 euro annui di cui sopra. Questo è inaccettabile e non può essere tollerato che un miglioramento conquistato nella legge di stabilità dopo un’aspra battaglia parlamentare venga annullato dal decreto con una interpretazione peggiorativa.
Il risultato, non risolutivo, di salvaguardare 130 mila lavoratori, che abbiamo raggiunto nell’ultimo anno, non può essere messo in discussione. Per il Pd risolvere il problema di chi è rimasto senza reddito a causa degli errori della riforma delle pensioni Monti-Fornero deve essere un dei punti centrali per il programma del nuovo governo.

mercoledì 13 marzo 2013

Dall'assemblea degli eletti del Pd preoccupazione per esodati

Comunicato stampa
Esodati, Fassina: "Chiedo incontro con Fornero e vertici Inps"
di Stefano Fassina, pubblicato il 11 marzo 2013
Dall'assemblea degli eletti del Pd di oggi a Roma è emersa forte la preoccupazione per i lavoratori e le lavoratrici esodate, contributori volontari e tutte le altre tipologie di casi colpiti dagli interventi sul sistema pensionistico.
In particolare, dagli incontri fatti nelle scorse settimane in tutta Italia con tante persone in condizioni drammatiche, risalta l'incertezza sulla situazione dei lavoratori e delle lavoratrici salvaguardate.
Per provare a chiarire il quadro, una delegazione di deputati e senatori del Pd chiederà nei prossimi giorni un incontro al Ministro Fornero e ai vertici dell'Inps.

sabato 9 marzo 2013

Contribuisci al cambiamento

Cara elettrice, caro elettore,

il risultato elettorale ha fatto emergere con chiarezza quanto forti siano le ripercussioni della crisi più grave dal dopoguerra a oggi e quanto perentoria sia la richiesta di cambiamento.

Le primarie aperte per la premiership, con oltre tre milioni di votanti, e le primarie per la scelta dei parlamentari che hanno eletto moltissimi giovani e donne sono state il tentativo di dare una risposta nel segno della partecipazione, del civismo e del rinnovamento.

Il centrosinistra non ha ottenuto alle elezioni la possibilità di formare da solo il governo del Paese, ma è maggioranza assoluta alla Camera e relativa al Senato.

Tocca dunque a noi la responsabilità di fare una proposta che sia all'altezza delle aspettative dei cittadini.

Per questa ragione proponiamo un programma di governo basato su otto punti che qualifichino e chiariscano il senso del cambiamento che vogliamo per l'Italia. Proposte di fronte alle quali ciascuno si assumerà la responsabilità di dire un sì o un no davanti al paese.

Sono progetti sui quali è bene che vi sia un pubblico dibattito, alla luce del sole ed è utile il contributo e la partecipazione di tutti. Questo è il link con la descrizione del primo provvedimento: Per un'Italia onesta. Altri ne seguiranno. Vi chiedo di leggere le proposte, discuterle, commentarle, diffonderle, sostenerle e se lo ritenete opportuno contribuire a migliorarle con i vostri suggerimenti compilando il questionario.

Vi chiedo di essere parte attiva del dibattito su queste proposte per un governo del cambiamento all'altezza della crisi sociale e politica che l'Italia sta attraversando. ll primo tema riguarda l'onestà, pubblica e privata. E' il primo passo da fare: la ricostruzione dell'Italia onesta che tutti desideriamo, con norme più dure contro ogni forma di corruzione, il falso in bilancio e l'autoriciclaggio.
Pier Luigi Bersani


PRIMO PIANO
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Copertina

Per un'Italia onesta

Misure per la lotta alla corruzione e il falso in bilancio

pubblicato il 7 marzo 2013 , 307 letture


8 punti - Giustizia  giustizia_img
La corruzione è uguale alla disoccupazione: è la gamba zoppa della nostra economia. Nella classifica dei Paesi più corrotti l’Italia è al 72° posto su 178. Al pari della Bosnia, peggio del Ghana. A causa della corruzione le aziende investono sempre meno in Italia e le imprese nazionali subiscono un danno di crescita fra il 25 e il 40%. Significa meno lavoro e meno ricchezza. Il Partito Democratico combatte la corruzione in Italia con un disegno di legge che prevede pene e sanzioni più severe su: falso in bilancio, concussione, corruzione, ricettazione, traffico di influenze illecite.
 
DISEGNO DI LEGGE

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONCUSSIONE, CORRUZIONE, TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE, AUTORICLAGGIO e FALSO IN BILANCIO, scambio elettorale; PENE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE; MISURE PER LA DEFLAZIONE DEL PROCESSO PENALE
La lotta alla corruzione è diventata una priorità nelle agende politiche internazionali, anche per effetto della profonda crisi che coinvolge le più avanzate economie mondiali: il diffondersi delle prassi corruttive, minando la fiducia dei mercati e delle imprese, determina, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività per i Paesi.
Il raffronto tra i dati giudiziari (denunce e condanne) e quelli relativi alla percezione del fenomeno corruttivo evidenzia un rapporto inversamente proporzionale tra corruzione “praticata” e corruzione “denunciata e sanzionata”: mentre la seconda si è in modo robusto ridimensionata negli ultimi venti anni, la prima è ampiamente lievitata, come dimostrano i dati sul Corruption Perception Index di Transparency International, le cui ultime rilevazioni – rese note lo scorso 5 dicembre - posizionano l’Italia al 72° posto (a pari merito con la Bosnia) su 178 Paesi valutati, con un peggioramento rispetto alla precedente rilevazione, che ci vedeva al 69° posto (a pari merito con il Ghana e la Macedonia), con ciò riscontrandosi un progressivo aggravamento della corruzione percepita negli ultimi anni.
Analoga tendenza registra la Banca mondiale, attraverso le ultime rilevazioni del Rating of control of corruption (RCC), che collocano l’Italia agli ultimi posti in Europa e con un trend che evidenzia un costante peggioramento negli ultimi decenni.

I costi, anche solo percepiti, del fenomeno corruttivo sono enormi:

- quelli “economici” sono stati stimati dalla Corte dei conti (nella relazione del procuratore generale aggiunto per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012) in circa 60 miliardi di euro;
- particolarmente pesante, poi, è l’impatto di questi costi sulla crescita del Paese, perché la corruzione diffusa altera, innanzi tutto, la libera concorrenza e favorisce la concentrazione della ricchezza in capo a coloro che accettano e beneficiano del mercato della tangente a scapito di coloro che invece si rifiutano di accettarne le condizioni;
- la sola discesa nella classifica di percezione della corruzione provoca la perdita del sedici per cento degli investimenti dall’estero;
- le imprese che operano in un contesto corrotto e che devono pagare tangenti crescono in media quasi del 25% in meno di quelle che non devono affrontare tale problema; mentre le piccole imprese hanno un tasso di crescita delle vendite di oltre il 40% inferiore rispetto a quelle grandi;
- vi sono, poi, i costi indiretti, di non agevole quantificazione economica, ma ugualmente rilevanti, quali quelli derivanti dai ritardi nella definizione delle pratiche amministrative, nonché dal cattivo funzionamento degli apparati pubblici e dei meccanismi previsti a tutela degli interessi collettivi;
- non sono da trascurare, infine, i costi di sistema, non misurabili in termini economici, ma fondamentali perché minano i valori che tengono insieme l’assetto democratico, quali, tra gli altri, l’eguaglianza, la fiducia nelle Istituzioni e la legittimazione democratica delle stesse.

L’entità del fenomeno corruttivo e la sua percezione sociale ne impongono una prioritaria valutazione all’interno di un intervento che sia al tempo stesso razionalmente condiviso ed efficace sul profilo preventivo e sanzionatorio, allo scopo, soprattutto, di favorire l’attrazione degli investitori stranieri.

Si ritiene, pertanto, indispensabile intervenire sotto i seguenti profili:

1) ripristino, nell’art. 317 codice penale (concussione per costrizione), della equiparazione tra pubblico ufficiale e incaricato di pubblico servizi, perché non ha senso punire soltanto il primo, quando lo stesso comportamento può essere posto in essere da un concessionario di un servizio pubblico (RAI, ENI ecc.) con effetti parimenti devastanti sull’etica dei rapporti.

2) La limitazione della punibilità dell’indotto nella fattispecie di cui all’art. 319 quater nel caso in cui la promessa o la dazione di denaro o altra utilità è funzionale al conseguimento di un indebito vantaggio da parte del privato.

3) Elevazione, nell’art. 346-bis (traffico di influenze illecite) della pena, che viene equiparata a quella per il reato base di millantato credito; in effetti chi si avvale illecitamente dell’influenza che ha presso un funzionario pubblico o un politico, con il quale ha un rapporto sostanziale di collegamento, è pericoloso almeno quanto chi vanta un rapporto preferenziale che non ha.

4) Applicazione dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici a tutti i soggetti che comunque compiano delitti contro la pubblica amministrazione sotto ogni forma (corruzione, concussione, peculato, traffico di influenze illecite, millantato credito ecc.). Prolungamento della durata dell’interdizione temporanea per un periodo ampio anche in corso di indagine.

5) Irrogazione di una pena specifica per il reato di autoriciclaggio, che nell’attuale ordinamento viene considerato un comportamento meramente consequenziale al delitto presupposto, mentre con evidenza costituisce un illecito autonomo: ad esempio, oggi, inammissibilmente, il trafficante di droga che trasferisca all’estero le somme che ha conseguito in Italia, come frutto del reato, non può essere punito per questa ulteriore attività illecita. Analogamente oggi non è punito l’evasore che trasferisca all’estero quanto ha sottratto all’erario.

6) Soppressione della necessità della querela per la punizione della corruzione tra privati, perché l’attuale previsione che richiede, appunto, per procedere contro questo reato, la querela di parte e il danno patrimoniale alla società determina un’eccessiva limitazione della punibilità di condotte capaci invece di generare gravi alterazioni nel mercato e nella libera concorrenza.

7) Modifica dell’art. 416 ter (scambio elettorale politico mafioso), con l’inserimento di “qualunque altra utilità” oltre e in alternativa all’erogazione di denaro quale corrispettivo della promessa di voto.
Infografica 8 punti - Giustizia

mercoledì 6 marzo 2013

Gli esodati nell'intervento di Dell'Aringa alla direzione PD del 6-3-2013

Alla direzione nazionale del PD del prof. Dell’Aringa; riprende chiarissimamente il tema degli esodati come tema da risolvere in ben 2 passaggi del suo intervento che dura 6 minuti.  VIDEO
Sono da sentire tutti; interessante oltre alla questione che ci sta a cuore anche una serie di ragionamenti sull’incapacita’ di trasmettere con precisione, chiarezza e decisione i temi e gli impegni programmatici della campagna elettorale del PD alla gente, ragionamenti che si potrebbero definire una sorta di “autocritica” non sui contenuti ma sui modi).

martedì 5 marzo 2013

Gli esodati per L'Italia Giusta scrivono a Bersani

BERSANI NON DELUDERCI !

Niente patti con il PDL : se volevano fare le riforme che occorrono potevano farle prima. La legge elettorale l’hanno fatta  e non l’hanno voluta cambiare. Le situazioni sociali le conoscono e non hanno fatto niente, lo sappiamo bene noi esodati. Con noi il loro segretario non ha voluto neanche parlare. Nonostante quello che scrivono i giornali questo partito ed il berlusconismo sono ridotti all’osso, avendo perso oltre la metà dei voti dal 2008 ad oggi.

Niente governi del Presidente  : l’ultimo governo del Presidente è stato pagato a caro prezzo dalle lavoratrici e dai lavoratori italiani ed anche dal PD. Un governo del Presidente darebbe, inoltre, la possibilità al Movimento 5 stelle di restare ancora una volta con le mani libere a fare i “grilli parlanti”.

Noi ti conosciamo perché ti abbiamo incontrato a più riprese e ci siamo confrontati sul tema difficile e drammatico degli esodati. Allora ti dicemmo che ci avevi riconciliato con una politica che sa ascoltare e sa cercare risposte, noi siamo sempre di questo parere e perciò ti chiediamo di non deluderci.

Domani avrai una Direzione di partito difficile nella quale qualcuno sarà pronto a dire che, in fondo, un governo del Presidente che fa le cose che servono si può fare. A queste persone non gli sono bastate la Bicamerale ed un anno di Monti. Lo stesso Grillo ogni giorno tira fuori il nome di un presidente del consiglio di un governo PD-PDL perché sa che in questo modo il suo progetto di distruzione delle istituzioni democratiche avrebbe buona sorte.

Il risultato elettorale ha detto che siamo stanchi di alchimie politiche, se non si può trovare una mediazione in parlamento per un governo che faccia le riforme sulla moralità, sul lavoro e che possa risolvere i drammi sociali aperti (ti ricordiamo i cassa integrati senza finanziamento della cassa da ottobre, i licenziati prossimi alla pensione fuori da qualsiasi deroga alla manovra Fornero, gli esodati ancora fuori dalle deroghe e quelli che sono nelle deroghe ma ancora non percepiscono la pensione perché l’INPS non chiude le pratiche), allora si torni a votare. I cittadini sapranno individuare le responsabilità di ognuno, partito o movimento.

Non recedere, Bersani, dalla tua posizione di appello alle responsabilità di tutti. Non mollare dall’idea che il Parlamento è sovrano e deve decidere in libertà.

Noi siamo dalla tua parte su questa posizione.

Gli esodati per l’Italia Giusta.

venerdì 1 marzo 2013

 
Se condividi i contenuti dell'Appello per una politica fatta di Comportamenti più etici, di migliore trasparenza, di maggiore partecipazione democratica e di una più forte meritocrazia.
In poche parole se condividi l'idea di una politica più partecipata, trasparente e competente.
SOTTOSCRIVI L'APPELLO DELLA "BUONA POLITICA"
e impegnati perchè venga discusso nelle sedi nazionali e locali del Partito Democratico.
Per sottoscrivere il manifesto basta mandare una mail a buonapolitica.oltre@gmail.com con i tuoi riferimenti oppure vai su facebook Buona Politica Codice
 
giovedì 28 febbraio 2013

In queste ore abbiamo ascoltato sgomenti i commentatori e i leader del Centro Sinistra spiegarci del loro senso di responsabilità, del voto di protesta dei “Grillini”, degli errori di comunicazione della campagna elettorale di Bersani e così via.
Nessuno ha provato veramente a vedere una delle ragioni principali del consenso a Grillo (come già era avvenuto in modo simile anni fà per la Lega, per la Rete di Orlando, e più recentemente per Di Pietro, Civati e Renzi). Una delle ragioni principali di questo successo è la risposta al bisogno di partecipazione diretta delle persone al processo decisionale e di coinvolgimento nel movimento politico. Una risposta che porta con se un altro bisogno fondamentale che è quello di sostituire una classe politica fatta di tuttologi o d’apparati auto referenziali posta in confronto ad una classe sociale nata nel trentennio 60/80 che ha dovuto superare mille difficoltà attraverso l’acquisizione di sempre maggiori competenze, fuori dalla politica, e che si vede marginalizzata da apparati largamente incompetenti o inadeguati.
Alcune delle chiavi vincenti dei 5 stelle sono state il mettere le competenze al primo posto, l’ascolto dei diretti interessati che diventano proposte politiche, la definizione delle proposte in gruppi specifici e competenti, l’organizzazione decisionale circolare e di base.
Nel Centro Sinistra ci si è illusi che bastasse optare per le primarie, ed è stato importantissimo averle fatte, per dare una risposta definitiva al bisogno immenso di partecipazione diretta dei cittadini. Non è così.
Dopo il voto si ritorna nei circoli e si ritrova un ambiente pressoché inutile dal punto di vista delle scelte politiche, perché tutto viene deciso in via gerarchica e in piccolissimi gruppi o da singole personalità.
Nei circoli spesso trovi un ambiente impermeabile agli slanci di partecipazione e di costruzione politica e, al massimo, disponibile a farti distribuire qualche volantino il cui contenuto, spesso generico, è comunque calato dall’alto. Nei luoghi oggi teoricamente deputati alla partecipazione le competenze specifiche e professionali diventano un problema, anziché una risorsa, perché pongono interrogativi e propongono soluzioni non compatibili con gli equilibri faticosamente costruiti dalle varie correnti interne.
Tutto questo è veleno per la democrazia e le primarie, da sole, non sono più un antidoto efficace anche perché ora, contrariamente a pochi mesi fa, c’è un’alternativa (il movimento 5 stelle) che, a questo immenso bisogno di partecipazione diretta, da risposte apparentemente e praticamente coerenti e appaganti.
La nostra convinzione è che sia indispensabile “discutere e adottare nuovi comportamenti” coerenti e in grado di soddisfare il bisogno di partecipazione e di sostituzione di classi dirigenti non più adeguate.
Non galleggiare ma adottare subito nuovi modi di agire può essere un segno di protagonismo del Partito Democratico, del Centro Sinistra e dei loro militanti e dirigenti.
L’avevamo già detto nel 2011 con il manifesto della Buona Politica. Nessuno vuole più prendere parte ad un rito, ma trovare il proprio modo di partecipare direttamente all’insegna del concetto principale: la condivisione. Relazioni e non gerarchie, reti e non piramidi, perché tutti quelli che hanno qualcosa da dire (e si sentono di dirlo) possano farlo. Per rivitalizzare una partecipazione democratica e diffusa occorre rendere prioritaria e rafforzare la presenza territoriale del partito e il rapporto con i cittadini.
I circoli di base e tematici devono essere il luogo principale di decisione programmatica e di selezione dei gruppi dirigenti, perché è il luogo più vicino ai militanti e cittadini. Tra i nostri obiettivi ci sono la valorizzazione della partecipazione e della militanza, la comprensibilità, la trasparenza e la tracciabilità delle decisioni. Bisogna dimezzare i parlamentari e ridurre i consiglieri Regionali e Comunali. Occorre dimezzare i rimborsi elettorali ai partiti a livello nazionale e dare ai circoli, per funzionare e creare ascolto e dialogo con i cittradini, il 50% delle risorse raccolte dal tesseramento e dai rimborsi elettorali.
Non solo regole, però: altrettanto importanti sono lo stile, i comportamenti e le modalità di rapporto tra politica e cittadini. Gli statuti del Partito Democratico dovranno prevedere l’incompatibilità per doppi o tripli incarichi che dovranno essere dati partendo da competenze e curriculum, bisogna garantire competenza e un’equa rappresentatività negli organismi direttivi, nonché nelle candidature alle elezioni a qualsiasi livello, di donne, giovani e migranti, dovranno esserci organismi imparziali di controllo dei comportamenti etici di tutti i rappresentanti eletti in qualsiasi contesto e non potranno essere candidati indagati o condannati o chi ha conflitti d’interessi.
Nei comportamenti della politica sono diventate desuete o hanno perso di valore molte parole che dovrebbero essere alla base di un corretto vivere civile e di un rapporto trasparente tra rappresentanti e rappresentati che fanno parte della stessa comunità, sia essa un partito, un circolo, un comune o l’intero stato: Onestà, Partecipazione, Democrazia, Meritocrazia.
E’ giunto il momento di provare a dare l’esempio e riempire quelle parole dandogli una concretezza e un senso, facendole diventare i simboli dei comportamenti da tenere in politica.


IL CODICE DELLA BUONA POLITICA
 

CODICE DEI COMPORTAMENTI

DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE

Le primarie, svolte sulla base di rose di merito e competenza votate dai militanti nei circoli e on line, sono lo strumento di selezione per le candidature alle elezioni politiche ed amministrative.
I candidati a responsabilità di partito non devono essere eletti su indicazione dei dirigenti in carica ma votati dagli iscritti, sulla base di sulla base di rose di merito e competenza votate dai militanti nei circoli e on line. Nell’assegnazione degli incarichi tematici la priorità è per chi è in possesso di capacità e competenze specifiche.
Chi viene eletto dai cittadini ad un incarico pubblico “monocratico” termina quel mandato prima di candidarsi ad altri incarichi.
I luoghi decisionali principali sono i circoli territoriali e i circoli tematici. Tutte le proposte programmatiche e tutte le proposte partono dai circoli. Le proposte che non hanno almeno un consenso di due terzi dell’assemblea provinciale passano per una votazione nei circoli territoriali e tematici con voto diretto e on line.
Occorre dotare i circoli di reali risorse economiche per sviluppare azioni sul territorio e vicino ai cittadini per questo: la metà delle risorse del tesseramento e dei rimborsi elettorali vanno ripartiti tra i circoli territoriali e tematici in base ai risultati ottenuti.
A livello regionale e nazionale tutte le decisioni che non hanno i due terzi di consenso nell’assemblea nazionale o i due terzi di consenso nel forum tematico nazionale, eletto dai circoli tematici provinciali, passano dal voto delle assemblee regionali.
Deve essere consentita la promozione di referendum consultivi indetti dagli iscritti.

MERITOCRAZIA E RINNOVAMENTO

Devono essere incompatibili i doppi incarichi istituzionali e ci deve essere separazione tra incarichi di partito e istituzionali.
Si deve garantire sempre una equa rappresentatività a tutti i livelli di donne, di giovani e di migranti.
Limite massimo di due mandati per parlamentari, incarichi amministrativi e di partito.
Applicazione di standard di valutazione sull’operato di eletti e nominati ad incarichi pubblici. Non va ricandidato chi non raggiunge, secondo la commissione di garanzia, standard medi di valutazione.
Gli organismi istituiti su temi specifici hanno voce in capitolo sulle singole materie e devono essere consultati preventivamente e obbligatoriamente e le posizioni in dissenso devono sempre poter essere espresse.

TRASPARENZA E ONESTA’

Si dimezza il numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali e comunali.
Il compenso dei parlamentari e dei consiglieri regionali si porta a quello di un sindaco di una città capoluogo e tutti gli incarichi pubblici e in società partecipate non possono superare tale soglia.
Si dimezza il finanziamento pubblico ai partiti e si elimina quello ai gruppi e/o partiti che non si sono presentati alle elezioni o non hanno avuto eletti in parlamento.
I condannati in via definitiva per reati gravi e/o di corruzione, concussione o d’abuso di posizione pubblica non devono avere più accesso a incarichi pubblici.
Gli indagati e i condannati in primo grado, per reati gravi e/o di corruzione, concussione o d’abuso di posizione pubblica, non sono candidabili sino a sentenza definitiva.
Ogni eletto o rappresentante politico e istituzionale presenta annualmente il proprio stato patrimoniale alla commissione di garanzia che verifica l’inesistenza di conflitti d’interessi.
Per evitare che il controllato nomini il controllore il Partito Democratico si dota di organismi di controllo amministrativo e ispettivo, esterni, autonomi e mai indicati dagli organi esecutivi.
L’aspirante candidato parlamentare deve dichiarare in quale misura, se eletto, intende proseguire con il proprio impegno professionale e, in ogni caso, non può esercitare nessun altra attività nel tempo previsto per l’impegno parlamentare.
Negli enti o società gestite dal pubblico vanno nominati esperti e non politici.