Se condividi i contenuti dell'Appello per una politica
fatta di Comportamenti più etici, di migliore trasparenza, di maggiore
partecipazione democratica e di una più forte meritocrazia.
giovedì 28 febbraio 2013
In queste ore abbiamo ascoltato sgomenti i commentatori e i leader del Centro Sinistra spiegarci del loro senso di responsabilità, del voto di protesta dei “Grillini”, degli errori di comunicazione della campagna elettorale di Bersani e così via.
Nessuno ha provato veramente a
vedere una delle ragioni principali del consenso a Grillo (come già era avvenuto
in modo simile anni fà per la Lega, per la Rete di Orlando, e più recentemente
per Di Pietro, Civati e Renzi). Una delle ragioni principali di questo successo
è la risposta al bisogno di partecipazione diretta delle persone al processo
decisionale e di coinvolgimento nel movimento politico. Una risposta che porta
con se un altro bisogno fondamentale che è quello di sostituire una classe
politica fatta di tuttologi o d’apparati auto referenziali posta in confronto ad
una classe sociale nata nel trentennio 60/80 che ha dovuto superare mille
difficoltà attraverso l’acquisizione di sempre maggiori competenze, fuori dalla
politica, e che si vede marginalizzata da apparati largamente incompetenti o
inadeguati.
Alcune delle chiavi vincenti dei 5
stelle sono state il mettere le competenze al primo posto, l’ascolto dei diretti
interessati che diventano proposte politiche, la definizione delle proposte in
gruppi specifici e competenti, l’organizzazione decisionale circolare e di
base.
Nel
Centro Sinistra ci si è illusi che bastasse optare per le primarie, ed è stato
importantissimo averle fatte, per dare una risposta definitiva al bisogno
immenso di partecipazione diretta dei cittadini. Non è così.
Dopo il voto si ritorna nei circoli e si ritrova un ambiente pressoché inutile dal punto di vista delle scelte politiche, perché tutto viene deciso in via gerarchica e in piccolissimi gruppi o da singole personalità.
Nei circoli spesso trovi un ambiente impermeabile agli slanci di partecipazione e di costruzione politica e, al massimo, disponibile a farti distribuire qualche volantino il cui contenuto, spesso generico, è comunque calato dall’alto. Nei luoghi oggi teoricamente deputati alla partecipazione le competenze specifiche e professionali diventano un problema, anziché una risorsa, perché pongono interrogativi e propongono soluzioni non compatibili con gli equilibri faticosamente costruiti dalle varie correnti interne.
Dopo il voto si ritorna nei circoli e si ritrova un ambiente pressoché inutile dal punto di vista delle scelte politiche, perché tutto viene deciso in via gerarchica e in piccolissimi gruppi o da singole personalità.
Nei circoli spesso trovi un ambiente impermeabile agli slanci di partecipazione e di costruzione politica e, al massimo, disponibile a farti distribuire qualche volantino il cui contenuto, spesso generico, è comunque calato dall’alto. Nei luoghi oggi teoricamente deputati alla partecipazione le competenze specifiche e professionali diventano un problema, anziché una risorsa, perché pongono interrogativi e propongono soluzioni non compatibili con gli equilibri faticosamente costruiti dalle varie correnti interne.
Tutto questo è veleno per la
democrazia e le primarie, da sole, non sono più un antidoto efficace anche
perché ora, contrariamente a pochi mesi fa, c’è un’alternativa (il movimento 5
stelle) che, a questo immenso bisogno di partecipazione diretta, da risposte
apparentemente e praticamente coerenti e
appaganti.
La
nostra convinzione è che sia indispensabile “discutere e adottare nuovi
comportamenti” coerenti e in grado di soddisfare il bisogno di partecipazione e
di sostituzione di classi dirigenti non più
adeguate.
Non
galleggiare ma adottare subito nuovi modi di agire può essere un segno di
protagonismo del Partito Democratico, del Centro Sinistra e dei loro militanti e
dirigenti.
L’avevamo già detto nel 2011 con il
manifesto della Buona Politica. Nessuno vuole più prendere parte ad un rito, ma
trovare il proprio modo di partecipare direttamente all’insegna del concetto
principale: la condivisione. Relazioni e non gerarchie, reti e non piramidi,
perché tutti quelli che hanno qualcosa da dire (e si sentono di dirlo) possano
farlo. Per rivitalizzare una partecipazione democratica e diffusa occorre
rendere prioritaria e rafforzare la presenza territoriale del partito e il
rapporto con i cittadini.
I
circoli di base e tematici devono essere il luogo principale di decisione
programmatica e di selezione dei gruppi dirigenti, perché è il luogo più vicino
ai militanti e cittadini. Tra i nostri obiettivi ci sono la valorizzazione della
partecipazione e della militanza, la comprensibilità, la trasparenza e la
tracciabilità delle decisioni. Bisogna dimezzare i parlamentari e ridurre i
consiglieri Regionali e Comunali. Occorre dimezzare i rimborsi elettorali ai
partiti a livello nazionale e dare ai circoli, per funzionare e creare ascolto e
dialogo con i cittradini, il 50% delle risorse raccolte dal tesseramento e dai
rimborsi elettorali.
Non
solo regole, però: altrettanto importanti sono lo stile, i comportamenti e le
modalità di rapporto tra politica e cittadini. Gli statuti del Partito
Democratico dovranno prevedere l’incompatibilità per doppi o tripli incarichi
che dovranno essere dati partendo da competenze e curriculum, bisogna garantire
competenza e un’equa rappresentatività negli organismi direttivi, nonché nelle
candidature alle elezioni a qualsiasi livello, di donne, giovani e migranti,
dovranno esserci organismi imparziali di controllo dei comportamenti etici di
tutti i rappresentanti eletti in qualsiasi contesto e non potranno essere
candidati indagati o condannati o chi ha conflitti
d’interessi.
Nei
comportamenti della politica sono diventate desuete o hanno perso di valore
molte parole che dovrebbero essere alla base di un corretto vivere civile e di
un rapporto trasparente tra rappresentanti e rappresentati che fanno parte della
stessa comunità, sia essa un partito, un circolo, un comune o l’intero stato:
Onestà, Partecipazione, Democrazia, Meritocrazia.
E’
giunto il momento di provare a dare l’esempio e riempire quelle parole dandogli
una concretezza e un senso, facendole diventare i simboli dei comportamenti da
tenere in politica.
IL CODICE DELLA BUONA POLITICA
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